Che cosa è l'osteoporosi
Le cause
Diffusione
Fattori di rischio
Diagnosi
La diagnosi strumentale dell’osteoporosi può essere effettuata utilizzando varie metodiche atte a misurare la densità minerale ossea (BMD), tra le quali spicca la Dual-energy X-ray Absorptiometry (DXA). Sono inoltre disponibili ulteriori metodiche quali la Quantitative Computerized Tomography (QCT) o l’indagine ultra-sonografica (QUS) e la radiologia convenzionale utilizzate altresì per la diagnosi di fratture vertebrali. L’indagine densitometrica rappresenta il gold-standard per la diagnosi di osteoporosi e permette di misurare il BMD in g/cm2 di superfice ossea. Questa tecnica confronta la densità ossea presa in esame con quella media di soggetti adulti, sani, dello stesso sesso (picco di massa ossea). L’unità di misura è rappresentata dalla deviazione standard dal picco medio di massa ossea (T-score). Il valore di BMD può anche essere espresso in rapporto al valore medio di soggetti di pari età e sesso (Z-score). Un BMD è considerato normale se ha un T-score compreso fra +2.5 e -1.0 deviazioni standard. Si considera osteopenico, quindi con basso BMD, un soggetto con un T-score compreso tra -1.0 e -2.5 deviazioni standard. L’osteoporosi è definita da valori di T-score uguale o inferiore a -2.5 deviazioni standard. Si parla di osteoporosi severa con un Tscore inferiore a -2.5 deviazioni standard e con la contemporanea presenza di una o più fratture da fragilità. I siti più frequentemente misurati sono la colonna lombare ed il femore prossimale
Raccomandazioni
Approccio nutrizionale
Calcio
Vitamina D
Altre sostanze nutrienti
Attività fisica
Lo scopo dell’attività motoria in soggetti affetti da osteoporosi è creare una stimolazione meccanica dinamica, sufficiente ad ottenere un miglioramento della mineralizzazione ossea. La letteratura più recente riconosce come miglior stimolo possibile la forza muscolare trasmessa tramite i tendini al tessuto osseo durante la contrazione con esercizi isotonici a carico naturale o con pesi leggeri e a resistenza elastica. Considerando che periodi anche brevi di immobilizzazione sono assai deleteri per la massa ossea e per quella muscolare, risulta quindi chiara l’importanza di un mantenimento di un livello di attività fisica adeguato. Le caratteristiche fondamentali dell’attività fisica a scopo preventivo nel paziente osteoporotico sono:
- Specificità.
L’adattamento osseo rispetto sollecitazioni meccaniche è principalmente locale e in relazione al punto di inserzione muscolare. Per questo motivo risulta opportuno allenare specificatamente le regioni scheletriche da rinforzare. Quindi:
Femore:
a) Prossimale: pressa, squat, step, cammino.
b) Grande trocantere: esercizi che coinvolgano i glutei.
c) Piccolo trocantere: esercizi che coinvolgano l’ileopsoas.
d) Collo femorale: esercizi che coinvolgano gli adduttori e gli estensori dell’anca.
Vertebre lombari: esercizi di estensione del rachide resistita e contro gravità.
Polso: esercizi per gli arti superiori.
- Sovraccarico: Gli effetti positivi sulla matrice ossea si esplicano con il progressivo aumento del carico meccanico, che deve essere comunque superiore ad una minima soglia efficace, tenendo sempre presente che un’attività fisica esagerata può comportare alterazioni ormonali e nutrizionali tali da produrre un osso con minore resistenza biomeccanica.
- Valori di partenza: Il maggior sviluppo di massa ossea si nota nei soggetti che partono da un minore BMD. Di conseguenza con l’avvicinarsi della massima densità ossea si rendono necessari maggiori sforzi fisici. L’esercizio fisico è più osteogenico durante la fase di accrescimento quindi interventi in età pre- e adolescenziale possono ridurre il rischio fratturativo in quella senile.
- Reversibilità: L’effetto osteogenico è legato all’attività fisica e di conseguenza si estingue se essa viene cessata
Le tipologie di attività fisica che oggi riconosciamo sono: Attività aerobica a basso o alto impatto (jogging, calcio, pallacanestro, pallavolo, baseball, sport con la racchetta, ginnastica). Attività di rinforzo muscolare (pesistica, nuoto, bicicletta, uso di strumenti per esercizi statici). Gli obiettivi dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento del paziente osteoporotico possono essere differenziati in primari e secondari. Rappresentano sicuramente target primari un incremento della massa ossea, un irrobustimento muscolare e un miglioramento della capacità aerobica del paziente. Per quanto riguarda i secondari si procederà ad esercizi per il miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione al fine di prevenire eventi fratturativi dovuti a cadute, ad un incremento del trofismo dei tessuti molli ed ad una adeguata educazione posturale ed ergonomica. La prescrizione dell’esercizio fisico nel paziente osteoporotico va sempre preceduta da un attento esame obiettivo, utile a definire l’intensità di esercizio proponibile in base alla forza muscolare, all’equilibrio, allo stato cardio-vascolare e alla presenza di eventuali comorbidità disabilitanti. L’incoraggiamento ad intraprendere anche una modesta attività fisica tra gli anziani può contribuire a ridurre significativamente il rischio di cadute e quindi di frattura.
Per approfondire l'argomento
Per approfondire l’argomento leggi il relativo capitolo sul libro “Le Linee guida, buone pratiche ed evidenze scientifiche in Medicina Fisica e Riabilitativa – Primo Volume”.