Scoliosi

Che cosa è la scoliosi

Il termine scoliosi si riferisce ad una condizione caratterizzata da una deformità torsionale sui tre piani dello spazio, della colonna vertebrale e del tronco che provoca una curvatura laterale sul piano frontale, una rotazione assiale su quello orizzontale, e un’alterazione sul piano sagittale delle fisiologiche curvature, cifosi e lordosi, riducendole nella direzione di una schiena piatta. Approssimativamente si parla di scoliosi idiopatica nell’80% dei casi e di scoliosi secondaria ad altre cause in un 20% dei casi.

Epidemiologia

La scoliosi idiopatica con un angolo di Cobb superiore a 10° è presente in un ampio range di popolazione e varia dallo 0.93 al 12%: 2-3% è il valore più accreditato in letteratura la cui epidemiologia può variare in base alla latitudine. La progressione della deformità è molto più frequente nelle donne. Il rapporto donna uomo è quasi sovrapponibile (1,3:1) fino a 20° Cobb, per poi passare a 5,4:1 tra i 20 e i 30 gradi Cobb e 7:1 nei pazienti che presentano più di 30° Cobb. Una deformità che raggiunge un valore “critico”, che può variare dai 30° ai 50° Cobb, può inficiare notevolmente sulla vita del paziente nell’età adulta.

Classificazioni

La scoliosi viene classificata in base all’età del bambino al momento della diagnosi di deformità in base alla misurazione dell’angolo di Cobb e in base alla localizzazione anatomica sul piano frontale. La prima classificazione proposta da James è importante poiché, più tempo intercorre tra la diagnosi di scoliosi e il termine della crescita del bambino, più aumenta il rischio di sviluppare una deformità grave.

La misurazione della deformità su radiografia frontale in ortostatismo è di fondamentale importanza, poiché è correlata alla decisione terapeutica e alla diagnosi di deformità in base alla misurazione dell’angolo di Cobb.

Diagnosi

Per le scoliosi inferiori ai 10° Cobb la diagnosi non andrebbe formulata; per le scoliosi superiori ai 30° Cobb aumenta il rischio di progressione nell’età adulta, per le scoliosi superiori ai 50° Cobb si associano una notevole riduzione della qualità della vita e un maggior rischio per la salute del paziente. Sulla base di questi valori soglia e, considerando che l’errore di misurazione dei gradi Cobb può essere di 5°, si decide l’iter terapeutico. Vi è infine la classificazione basata sulla localizzazione anatomica della deformità sul piano frontale: scoliosi dorsale, dorso lombare, lombare, a doppia curva.

Per un corretto quadro clinico si raccomanda la visita specialistica.

La progressione della scoliosi

La scoliosi idiopatica può svilupparsi in qualsiasi momento durante l’infanzia e l’adolescenza. È più comune durante i periodi di massimo sviluppo: fra i 6 e i 24 mesi, fra i 5 e gli 8 anni, ma soprattutto fra gli 11 e i 14 anni di vita. La fase iniziale della pubertà è il periodo a maggior rischio di evoluzione delle curve scoliotiche. Dopo il completamento della crescita dello scheletro assiale, il rischio di progressione della patologia si riduce. Nell’età adulta il rischio di evoluzione inizia ad aumentare quando la curva supera i 30°. Solitamente le curve scoliotiche meno gravi rimangono stabili. Tuttavia, il decorso naturale della scoliosi nell’adulto, non è ancora stato chiarito completamente e non si esclude che la progressione possa presentare dei periodi di picco.

Per approfondire l'argomento

Per approfondire l’argomento leggi il relativo capitolo sul libro “Le Linee guida, buone pratiche ed evidenze scientifiche in Medicina Fisica e Riabilitativa – Primo Volume”.